Semplificazione dei controlli sulle attività economiche: istruzioni INL

Il D.Lgs. n. 103/2024 – in vigore dal 2 agosto p.v. – al fine di una “semplificazione dei controlli sulle attività economiche”, introduce disposizioni che incidono sulle attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro, sia per quanto concerne la programmazione della vigilanza, sia in termini di sanzionabilità di condotte che violano alcune disposizioni in materia di lavoro e legislazione sociale. Al riguardo, l’INL fornisce le prime indicazioni operative per gli Uffici ed il personale ispettivo (INL 31 luglio 2024, N. 1357).

Semplificazione degli adempimenti amministrativi 

L’art. 2 del decreto legislativo introduce alcune disposizioni – non ancora effettivamente operative – finalizzate ad una semplificazione degli adempimenti amministrativi. Le amministrazioni interessate saranno impegnate ad introdurre discipline o accorgimenti per garantire una piena conoscenza degli obblighi ai quali i soggetti controllati sono tenuti ed eliminare sovrapposizioni e duplicazioni di controlli.

Sistema di identificazione 

L’art. 3 del decreto istituisce, ai fini della programmazione dei controlli, un “sistema di identificazione e gestione del rischio su base volontaria”, riferito ad alcuni ambiti omogenei, tra cui quello della sicurezza dei lavoratori ma anche, ad esempio, quello della protezione ambientale, della igiene e salute pubblica e della sicurezza pubblica. Rispetto a ciascun ambito l’Ente nazionale italiano di unificazione elabora, sulla base di alcuni parametri (ad es. esito dei controlli subiti nei precedenti tre anni di attività e settore economico in cui opera il soggetto controllato) norme tecniche o prassi di riferimento idonee a definire un livello di rischio basso al quale è associabile un Report certificativo, rilasciato, a domanda, da organismi di certificazione, ispezione, validazione o verifica, accreditati presso l’Organismo nazionale di accreditamento riconosciuto e firmatario degli accordi di mutuo riconoscimento (MLA) dell’Associazione di cooperazione europea per l’accreditamento (EA)” e inserito dall’Organismo unico di accreditamento “nel fascicolo informatico di impresa”.

Fascicolo informatico di impresa e obblighi di consultazione 

Le amministrazioni che svolgono funzioni di controllo, prima di avviare le attività di vigilanza consultano ed alimentano con gli esiti dei controlli il fascicolo informatico di impresa” tenuto dalle Camere di commercio ai sensi dell’art. 2, comma 2 lett. b), della L. n. 580/1993. Con le modalità che saranno poi definite con un apposito decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, ogni amministrazione dovrà accedere al fascicolo informativo per coordinare, programmare e svolgere i controlli, in modo da avere contezza anche degli esiti dei controlli già svolti da altre amministrazioni.

Sotto altro profilo si stabilisce che le PP.AA. non possono richiedere la produzione di documenti e informazioni già disponibili nel fascicolo informatico o comunque in loro possesso.

Procedimento di controllo delle attività economiche 

E’ rimesso a Ministeri e Regioni il compito di pubblicare sui propri siti istituzionali apposite linee guida o FAQ finalizzate ad agevolare la comprensione e il rispetto sostanziale della normativa applicabile in materia di controlli, i quali dovranno fondarsi sul principio della “fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta delle amministrazioni”, nonché su quelli della “efficacia, efficienza e proporzionalità”, minimizzando le richieste documentali.

Al predetto principio in base al quale le amministrazioni sono tenute a programmare i controlli sulle imprese con intervalli temporali correlati alla gravità del rischio, fanno eccezione diverse tipologie di intervento fra cui quelle derivanti da richieste dell’Autorità giudiziaria, da circostanziate segnalazioni di soggetti privati o pubblici, da esigenze legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro e, comunque, da situazioni di rischio.

Il comma 6 dell’articolo 5 stabilisce un periodo di esonero dei controlli, prevedendo che l’operatore economico è esonerato nei successivi dieci mesi dall’ultimo controllo da parte della stessa amministrazione o altre amministrazioni che esercitano le funzioni di controllo, fatte salve le eccezioni sopra evidenziate e nel rispetto delle disposizioni di attuazione del diritto dell’Unione europea. Tale beneficio non è cumulabile con il diverso beneficio previsto dall’articolo 29, D.L. n. 19, convertito, con modificazioni dalla L. 29 aprile 2024, n. 56 che prevede, ai commi 7, 8 e 9, l’iscrizione, previo assenso, del datore di lavoro in un apposito elenco informatico, denominato «Lista di conformità INL», in forza del quale i datori di lavoro, cui è stato rilasciato l’attestato in argomento, non sono sottoposti, per un periodo di dodici mesi dalla data di iscrizione nella Lista di conformità INL, ad ulteriori verifiche da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro nelle materie oggetto degli accertamenti, fatte salve le verifiche in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, le eventuali richieste di intervento, nonché le attività di indagine disposte dalla Procura della Repubblica.

La disciplina in materia di “Lista di conformità INL” è da considerarsi quindi norma speciale. Sarà tuttavia necessario che tali informazioni confluiscano nel fascicolo informatico d’impresa al fine di consentire anche alle altre amministrazioni di poter programmare i controlli di competenza nel rispetto dei principi fissati dal legislatore e tenendo conto del fatto che l’iscrizione nella c.d. lista di conformità INL avviene solo “previo assenso” del soggetto interessato.

L’art. 5 prevede, inoltre, che non possono essere effettuate due o più ispezioni diverse sullo stesso operatore economico contemporaneamente, a meno che le amministrazioni non si accordino preventivamente per svolgere una ispezione congiunta, si richiede, pertanto, un più attento e capillare coordinamento con le altre amministrazioni che operano controlli in materia di lavoro e legislazione sociale.

Non appare invece applicabile agli accertamenti di competenza dell’Ispettorato nazionale del lavoro la previsione secondo cui le amministrazioni sono tenute a fornire, prima di un accesso nei locali aziendali, “l’elenco della documentazione necessaria alla verifica ispettiva”. Da tale obbligo sono infatti esonerate tutte le iniziative avviate dalle amministrazioni che hanno esigenze di ricorrere ad accessi ispettivi “imprevisti o senza preavviso”.

Violazioni sanabili e casi di non punibilità per errore scusabile 

L’art. 6 del decreto è quello che più impatta sulle attività di controllo di competenza dell’Ispettorato. Salvo, infatti, che il fatto costituisca reato, per le violazioni per le quali è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria non superiore a cinquemila euro, l’organo di controllo incaricato, nel caso in cui accerti, per la prima volta nell’arco di un quinquennio, l’esistenza di violazioni sanabili, diffida l’interessato a porre termine alla violazione, ad adempiere alle prescrizioni violate e a rimuovere le conseguenze dell’illecito amministrativo entro un termine non superiore a venti giorni dalla data della notificazione dell’atto di diffida. 

In caso di ottemperanza alla diffida, il procedimento sanzionatorio si estingue limitatamente alle inosservanze sanate.

L’istituto della diffida amministrativa in oggetto non si applica a violazioni di obblighi o adempimenti che riguardano la tutela della salute, la sicurezza e l’incolumità pubblica e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Appaiono invece ricompresi nell’ambito di applicazione della diffida parte delle violazioni amministrative di carattere documentale, nella misura in cui non siano ricollegabili alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (ad es. in materia di Libro unico del lavoro, salvi i casi in cui la violazione si riferisca a più di dieci lavoratori ovvero a un periodo superiore a dodici mesi in quanto è prevista una sanzione massima superiore ad euro 5.000);

Pertanto, la diffida amministrativa, così come definita all’art. 1 del decreto, troverà applicazione nelle ipotesi in cui si rinvengano tutti i presupposti normativi previsti. Ad ogni buon conto si fa riserva di inoltrare una lista delle violazioni più ricorrenti che, sussistendo le altre condizioni indicate dal legislatore, sono da ritenersi soggette alla procedura di diffida.

Laddove la stessa non trovi applicazione si seguiranno le “normali” procedure sanzionatorie, ivi compresa l’adozione della diffida di cui all’art. 13 del D.Lgs. n. 124/2004.

L’art. 6 del decreto stabilisce inoltre che il mancato adempimento alla diffida ovvero l’accertamento di altre violazioni di obblighi o adempimenti che riguardano, fra l’altro, la tutela la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro comportano la revoca del Report certificativo di cui all’art. 3, ove rilasciato all’operatore economico. In ogni caso il soggetto controllato non è responsabile quando le violazioni sono commesse per errore sul fatto non determinato da colpa.

Il D.Lgs. n. 103/2024, come accennato, entra in vigore il 2 agosto p.v. e si ritiene che le previsioni ivi contenute, in particolare quelle di cui all’art. 6 in materia di diffida amministrativa, possano trovare applicazione con riferimento agli illeciti accertati a partire da tale data, anche se riferiti a condotte poste in essere precedentemente in quanto trattasi di disposizione di carattere procedurale.

CCNL Pulizie: aperto il tavolo negoziale per il rinnovo contrattuale

Presentata la piattaforma di rinnovo che si focalizza su aspetti economici e normativi

Il 30 luglio 2024 si è aperto il tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL. A renderlo noto è la Uil-Trasporti, mediante nota stampa, riportando l’esito dell’incontro, tenutosi in vista della scadenza contrattuale fissata per il 31 dicembre 2024. Insieme alla Filcams-Cgil e alla Fisascat-Cisl e alle parti datoriali, è stata presentata la piattaforma di rinnovo. Tra i punti chiave si segnalano: lotta al dumping contrattuale, importanza alle relazioni industriali e, naturalmente, adeguamento economico, reso più semplice grazie al meccanismo introdotto con l’ultimo rinnovo che rende automatico il recupero del potere d’acquisto alla scadenza del contratto. Dal punto di vista normativo, invece, si dovrà discutere di part-time ciclico, dell’inquadramento, della bilateralità, del tema salute e sicurezza e del bilanciamento vita-lavoro. 
Il confronto prosegue a settembre, con l’auspicio di trovare una quadra in tempi rapidi. 

CCNL Sanità: il punto sulla trattativa

Insoddisfazione delle OO.SS. per le modifiche proposte da Aran

Durante l’incontro svolto in data 29 luglio 2024, l’Aran ha presentato molteplici ipotesi di modifica inerenti alla parte normativa del contratto, che hanno portato le Organizzazioni sindacali a dichiarare una insoddisfazione complessiva rispetto all’andamento del negoziato.
Di seguito, alcune delle proposte avanzate da Aran:
– a fronte della richiesta da parte delle OO.SS. di un incremento del valore massimo dell’incarico di base fino a 3 mila euro (e contestuale innalzamento a 5.000€ della base per gli incarichi di complessità intermedia), l’Aran propone un incremento di soli 100 euro (da 1.300,00 a 1.400,00 euro);
– l’innalzamento dei turni effettuabili nel mese da sette a dieci ma nessun innalzamento per l’indennità oraria collegata alla pronta disponibilità;
– l’assegnazione alle aziende della possibilità di predisporre piani di smaltimento con il lavoratore, con il rischio di lasciare il singolo da solo rispetto alle richieste del dirigente di turno;
– l’introduzione di un articolo sulle misure di age management, ma ancora privo di contenuti sostanziali.

Conversione Decreto Sport: dipendenti P.A. e prestazioni sportive dei volontari

Pubblicata in G.U. la Legge 29 luglio 2024, n. 106 di conversione del D.L. 31 maggio 2024, n. 71, recante – fra le altre – disposizioni urgenti in materia di sport. Confermate le novità relative ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni che svolgono attività sportiva e alla gestione dei rimborsi spese dei lavoratori volontari.

Dipendenti delle pubbliche amministrazioni

Il comma 1 e la lettera a) del comma 3 dell’articolo 3 modificano la disciplina sulle prestazioni di lavoro sportivo da parte di dipendenti delle pubbliche  amministrazioni. In particolare, gli interventi legislativi, per i casi in cui l’importo dei corrispettivi non superi complessivamente i 5.000 euro annui, consentono le prestazioni di lavoro sportivo sulla base della sola comunicazione preventiva, in luogo dell’autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza.
Le novelle intervenute introducono, inoltre, per l’ambito del lavoro sportivo, una norma speciale relativa ai termini e le modalità delle comunicazioni obbligatorie alla pubblica amministrazione di appartenenza da parte dei soggetti eroganti corrispettivi ai pubblici dipendenti per lo svolgimento di incarichi subordinati ad autorizzazione della medesima amministrazione: modificando il comma 11 dell’ articolo 53 del D.Lgs. n. 165 del 2001, le comunicazioni relative ai lavoratori sportivi sono effettuate entro i trenta giorni successivi alla fine di ciascun anno di riferimento, in un’unica soluzione, ovvero alla cessazione del relativo rapporto di lavoro se intervenuta precedentemente (come già accennato, l’obbligo di comunicazione riguarda gli incarichi subordinati ad autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza, quindi esso a seguito delle novità intervenute si applica, nell’ambito del lavoro sportivo, esclusivamente per i casi di corrispettivi superiori ai 5.000 euro annui).

Il comma 2 dell’articolo 3 abroga invece l’articolo 53, comma 2, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, il quale riguarda la qualificazione come reddito di lavoro autonomo dei redditi derivanti da prestazioni sportive oggetto di contratto diverso da quello di lavoro subordinato e da quello di collaborazione coordinata e continuativa; l’abrogazione è intesa a far salva con chiarezza la distinzione, ai fini fiscali, tra attività abituale e attività occasionale.

Prestazioni sportive dei volontari

La lettera b) del comma 3 dell’articolo 3 novella per intero l’articolo 29, comma 2, del citato D.Lgs. n. 36/2021, ridefinendo la disciplina dei rimborsi per le prestazioni sportive dei volontari (rese, come noto, al di fuori di rapporti di lavoro dipendente o autonomo).

L’intervento legislativo consente, in favore dei soggetti in esame, il riconoscimento di rimborsi forfettari, nel limite complessivo di 400 euro mensili, fermo restando il divieto di ogni altra forma di remunerazione. La possibilità del riconoscimento è subordinata alla condizione che il competente ente, organizzazione o società, con proprie deliberazioni, individui le tipologie di spese e delle attività di volontariato rientranti nelle forme di rimborso forfettario. I rimborsi possono essere riconosciuti anche qualora l’attività sia svolta nel comune di residenza del soggetto volontario (in precedenza il rimborso era riconosciuto esclusivamente per le spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto, sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale di residenza del percipiente, o per le spese oggetto di autocertificazione).

I rimborsi ai volontari non concorrono a formare il reddito del percipiente, tuttavia, si specifica che tali importi sono inclusi nel computo degli emolumenti per l’applicazione dei limiti massimi di esclusione dall’imponibile della contribuzione previdenziale e delle imposte sui redditi, limiti stabiliti per alcune fattispecie di compensi per lavoro sportivo nell’area del dilettantismo.

E’ introdotto, altresì, un obbligo di comunicazione relativo ai rimborsi  forfettari in oggetto. Gli enti eroganti i rimborsi ai volontari sono infatti tenuti a comunicare i relativi nominativi e l’importo corrisposto a ciascuno attraverso il Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, entro la fine del mese successivo al trimestre di svolgimento delle prestazioni sportive del volontario. Tale comunicazione è resa immediatamente disponibile, per gli ambiti di rispettiva competenza, all’Ispettorato nazionale del lavoro, all’INPS e all’INAIL. La suddetta comunicazione è messa a disposizione tramite la piattaforma digitale nazionale dati (PDND), di cui all’articolo 50-ter del codice dell’amministrazione digitale, nonché tramite il sistema pubblico di connettività e cooperazione (SPC), di cui all’articolo 73 del medesimo codice.

CCNL Agenzia delle entrate: rinnovata la polizza sanitaria

Garantita la continuità di copertura sanitaria 

Il 30 luglio 2024, le Organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Cgil-Fisac, Uilca ed Unisin hanno comunicato che dal prossimo 1° agosto è risultata aggiudicataria la Cass di Assistenza Prevint, le cui prestazioni saranno garantite dalla compagnia Intesa San Paolo RBM Salute, attraverso il circuito Previmedical.
Pertanto, viene garantita la copertura sanitaria anche dopo la scadenza, in data 31 luglio, del contratto di settore.
Tanto premesso, si dovrà caricare sul nuovo portale le informazioni necessarie, inerenti i familiari fiscalmente a carico, per consentire alla Compagnia l’aggiornamento dei dati. 

CCNL Turismo Catene Alberghiere: indetta la mobilitazione per il rinnovo contrattuale

Le OO.SS. indicono una mobilitazione di 16 ore in protesta per il mancato rinnovo 

Con un comunicato stampa del 29 luglio 2024, la Fisascat-Cisl ha reso nota la mobilitazione per il rinnovo contrattuale per le lavoratrici ed i lavoratori del settore turismo-catene alberghiere. La mobilitazione arriva dopo due anni di trattative iniziate a maggio 2023 a cui ha fatto seguito la rottura del negoziato e lo sciopero di dicembre 2023. Ad oggi, il confronto si è nuovamente interrotto, come reso noto in un articolo di qualche giorno fa, ed è stato proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero nazionale per i dipendenti associate ad Aica e Federturismo. 
Le OO.SS. hanno chiesto di procedere con il rinnovo contrattuale, introducendo nuovi e migliorativi elementi salariali; mentre, le associazioni datoriali hanno introdotto elementi peggiorativi a livello contrattuale. Per le Sigle, le retribuzioni, a sei anni dal contratto, sono ancora lontane dall’attuale costo della vita. 

Integrazione salariale per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del caldo eccessivo

Considerata l’eccezionale ondata di calore che sta interessando tutto il territorio nazionale e dell’incidenza delle stesse sulle attività lavorative, l’INPS riassume le indicazioni circa le modalità con le quali richiedere le prestazioni di integrazione salariale e i criteri per la corretta valutazione delle istanze (INPS, Messaggio 26 luglio 2024, n. 2736).

Le indicazioni fornite dall’INPS riguardano sia i datori di lavoro che possono richiedere il trattamento ordinario di integrazione salariale (CIGO) sia i datori di lavoro che possono richiede l’assegno di integrazione salariale al Fondo di integrazione salariale (FIS) o ai Fondi di solidarietà bilaterali.

 

Nel caso in cui la sospensione o la riduzione delle attività lavorative sia disposta con ordinanza della pubblica Autorità, i citati datori di lavoro possono richiedere l’integrazione salariale – per i periodi e le fasce orarie di sospensione/riduzione indicate nelle ordinanze – con causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”, prevista dall’articolo 8, comma 2, del D.M. 15 aprile 2016, n. 95442. In questo caso, i datori di lavoro dovranno soltanto indicare nella relazione tecnica presente in domanda o allegata alla stessa gli estremi dell’ordinanza che ha disposto la sospensione o la riduzione delle attività lavorative, senza doverla allegare.

 

In caso di caldo eccessivo che non consenta il regolare svolgimento delle attività lavorative, resta ferma anche la possibilità di richiedere le integrazioni salariali con causale “evento meteo” per “temperature elevate”. Non è possibile presentare due distinte domande riferite agli stessi lavoratori e a periodi di sospensione o riduzione interamente o parzialmente sovrapponibili, l’una con causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” e l’altra con causale “evento meteo” per “temperature elevate”. Tuttavia, nel caso in cui sia presentata un’istanza con causale “evento meteo” per “elevate temperature” riferita a periodi interessati anche da ordinanze di sospensione o riduzione delle attività lavorative per caldo eccessivo adottate da pubbliche Autorità, nel corso dell’istruttoria si terrà conto di tale circostanza. Potranno quindi essere riconosciute come integrabili sia le giornate/ore in cui è stato accertato l’effettivo verificarsi dell’evento meteo avverso sia, indipendentemente dal predetto accertamento, le giornate/ore per le quali le predette ordinanze hanno vietato il lavoro.

 

Come chiarito con precedenti messaggi, in caso di domanda con causale “evento meteo” per “temperature elevate”, la prestazione di integrazione salariale può essere riconosciuta laddove le temperature medesime risultino superiori a 35° centigradi. Anche il verificarsi di temperature pari o inferiori a 35° centigradi può determinare l’accoglimento della domanda di accesso alle prestazioni di integrazione salariale qualora entri in considerazione la valutazione della temperatura c.d. “percepita”, che è più elevata di quella reale (si pensi ad attività lavorative svolte in luoghi non proteggibili dal sole o comportanti l’utilizzo di materiali o di macchinari che producono a loro volta calore, oppure l’impiego di strumenti di protezione, quali tute, caschi, etc., può comportare che la temperatura percepita dal lavoratore risulti più elevata di quella registrata dal bollettino meteo), pertanto la valutazione dell’integrabilità della causale richiesta non deve fare riferimento solo al grado di temperatura, ma anche alla tipologia di attività svolta e alle condizioni nelle quali si trovano concretamente a operare i lavoratori.

 

Tali valutazioni sono possibili solo se si dispone di adeguati elementi informativi è dunque raccomandabile, per un’efficace istruttoria della domanda, redigere la relazione tecnica in modo completo, indicando non solo l’evento meteorologico che si è verificato, nel caso in esame il caldo eccessivo, ma anche descrivere l’attività lavorativa o la tipologia di lavori che sono stati sospesi o ridotti nonché le modalità di svolgimento delle lavorazioni stesse. I datori di lavoro non devono, invece, allegare alla domanda i bollettini meteo, atteso che gli stessi sono acquisiti d’ufficio dall’Istituto (cfr. messaggi n. 1856/2017 e n. 2276/2017).

 

Gli operatori di Sede, ai fini di una più puntuale valutazione degli elementi a supporto della richiesta di accesso al trattamento di integrazione salariale nei casi in commento, potranno avvalersi delle documentazioni o delle pubblicazioni su dati relativi agli indici di calore da parte dei vari dipartimenti meteoclimatici o della protezione civile nonché della consultazione della mappa del rischio riportata sul sito web worklimate.

 

Le indicazioni fornite valgono anche con riferimento alle lavorazioni al chiuso, allorché le stesse non possano beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro, nonché nell’ambito del lavoro svolto in agricoltura, secondo la disciplina in materia di cassa integrazione speciale per gli operai e impiegati a tempo indeterminato dipendenti da imprese agricole (CISOA) ex Legge 8 agosto 1972, n. 457, e successive modificazioni.

 

L’Istituto ricorda infine che, per quanto riguarda i trattamenti di integrazione salariale (CIGO, assegno di integrazione salariale del FIS e dei Fondi di solidarietà bilaterali) sia la causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” sia la causale “evento meteo” per “temperature elevate” integrano fattispecie annoverabili tra gli “eventi oggettivamente non evitabili” (EONE) e, pertanto, per le domande presentate con le predette causali:

– non è richiesta l’anzianità di effettivo lavoro di 30 giorni che i lavoratori devono possedere presso l’unità produttiva per la quale viene richiesto il trattamento;

– i datori di lavoro non sono tenuti al pagamento del contributo addizionale nelle misure previste;

– il termine di presentazione è l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui l’evento si è verificato;

– l’informativa sindacale non è preventiva ed è sufficiente per i datori di lavoro, anche dopo l’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, comunicare alle RSA o RSU, ove esistenti, nonché alle articolazioni territoriali delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, la durata prevedibile del periodo per cui è richiesto l’intervento e il numero dei lavoratori interessati;

– per le imprese dell’industria e dell’artigianato edile e dell’industria e dell’artigianato lapidei, la predetta informativa è dovuta limitatamente alle richieste di proroga dei trattamenti con sospensione dell’attività lavorativa oltre le 13 settimane continuative.

CIPL Edilizia Artigianato Toscana: determinato l’EVR



Stabilito l’EVR da erogare nel periodo 1° luglio 2024 – 30 giugno 2025


Il 22 luglio 2024, le Parti sociali Cna Costruzioni e Confartigianato Edilizia Toscana, Casartigiani con Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil, verificati gli indicatori territoriali per l’anno 2024/2025 raffrontando la media del triennio 2021/2022/2023 sulla media del triennio 2020/2021/2022, comunicano che:
– il parametro 1, 2, 3 e 5 sono risultati positivi;
– il parametro 4 è risultato negativo.
Pertanto, viene riconosciuto l’EVR per quattro dei cinque parametri definiti, pari all’80% dell’importo concordato a livello regionale, come di seguito riportato in tabella.


































Livello EVR – Importo mensile (6%) Importo EVR 80%
119,61 95,69
106,62 85,30
88,86 71,09
82,86 66,29
77,02 61,62
69,21 55,37
59,24 47,39

CCNL Autostrade: con agosto in arrivo nuovi minimi retributivi



Stabiliti nuovi minimi retributivi per i dipendenti del settore Autostrade


Sulla base di quanto stabilito all’interno del verbale di accordo del 18 luglio 2023, la Federreti, Acap, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal, Federazione Ugl-Viabilità e Logistica hanno stabilito nuovi minimi retributivi per le lavoratrici ed i lavoratori del settore Autostrade. Nella tabella riportata di seguito sono indicati i nuovi minimi retributivi che vengono erogati con la busta paga di agosto 2024.


















































Livello Minimo Contingenza Edr Totale
A 2.922,73 539,82 10,33 3.472,88
A1 2.611,82 533,72 10,33 3.155,87
B 2.300,85 529,40 10,33 2.840,58
B1 2.101,91 525,33 10,33 2.637,57
C 1.840,70 522,02 10,33 2.373,05
C1 1.679,03 519,97 10,33 2.209,33
D 1.243,70 514,29 10,33 1.768,32

 

Emergenza climatica: le disposizioni CISOA, CIGO e trattamenti in deroga 

L’INPS ha illustrato l’accesso alle nuove misure previste dal D.L. 15 maggio 2024, n. 63, convertito in Legge il 12 luglio 2024, per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori, facilitando l’accesso agli ammortizzatori sociali durante eventi meteorologici avversi (Inps, messaggio 26 luglio 2024, n. 2735).

La Legge 12 luglio 2024, n. 101, di conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 15 maggio 2024, n. 63, recante “Disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale”, ha introdotto, tra le altre novità, alcune disposizioni in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. In particolare, sono state reiterate due misure con cui si rende più agevole, per i datori di lavoro tutelati dalla CISOA, nonché per alcune categorie di datori di lavoro rientranti nel campo di applicazione della CIGO, l’accesso agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in conseguenza di eventi metereologici avversi (commi da 1 a 4 dell’articolo 2-bis, cit.).

Inoltre, è stata prevista la possibilità di riconoscere – entro determinati limiti di spesa e per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa verificatisi nel corso dell’anno 2024 – i trattamenti in deroga (cassa integrazione straordinaria e mobilità) previsti dall’articolo 44, comma 11-bis, del D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 148, in favore dei lavoratori di imprese operanti in aree di crisi industriale complessa.

 

Disposizioni in materia di cassa integrazione speciale operai agricoli 
 

Il comma 1 dell’articolo 2-bis del decreto-legge n. 63/2024 prevede che, per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo compreso tra il 14 luglio 2024 e il 31 dicembre 2024, il trattamento di CISOA, previsto nei casi di intemperie stagionali, è riconosciuto agli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI) anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente stabilito.

 

Si ricorda che, in base alla disciplina a regime, il trattamento di CISOA spetta agli operai agricoli, impiegati e quadri con contratto a tempo indeterminato, sospesi dal lavoro per intemperie stagionali o per altre cause non imputabili al datore di lavoro, solamente in caso di sospensione dell’attività lavorativa, entro il limite massimo di 90 giorni nell’anno. La disposizione di cui trattasi deroga, quindi, ancorché per un periodo temporaneo, alla disciplina di carattere generale. L’intervento  normativo stabilisce altresì che i trattamenti concessi a tale titolo, sempre nel periodo ricompreso tra il 14 luglio 2024 e il 31 dicembre 2024, sono neutri ai fini del raggiungimento del numero massimo di 90 giornate fruibili nell’anno e che i periodi oggetto di sospensione o di riduzione sono equiparati a periodi lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro previsto dall’articolo 8 della Legge n. 457/1972.

 

Da ultimo, si precisa che in corrispondenza delle giornate per le quali sarà autorizzata la CISOA a riduzione, le posizioni assicurative dei lavoratori interessati presenteranno una copertura contributiva mista: ordinaria, per la parte della giornata in cui la prestazione lavorativa è stata regolarmente svolta, e figurativa, per la parte di giornata coperta da CISOA.

 

Domanda
 

Ai fini della presentazione delle domande di CISOA in argomento, i datori di lavoro dovranno seguire le consuete modalità indicando quale causale dell’istanza “CISOA eventi atmosferici a riduzione”. Nel caso in cui la domanda di CISOA riguardi lavoratori agricoli a tempo indeterminato con sospensione giornaliera dell’attività lavorativa, i datori di lavoro dovranno presentare domanda secondo le consuete modalità.

 

Le suddette domande dovranno essere presentate entro l’ordinario termine di 15 giorni dall’inizio dell’evento di sospensione o di riduzione. In sede di prima applicazione della norma in esame, le istanze riferite a sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa per eventi verificatisi dal 14 luglio 2024 alla data di pubblicazione del messaggio in commento, potranno essere inviate entro il termine di 15 giorni successivi a tale ultima data.

 

Le domande per intemperie stagionali riferite a riduzioni dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente stabilito, sono autorizzate direttamente dall’Inps. I trattamenti di CISOA in parola sono corrisposti agli interessati con pagamento diretto da parte dell’Istituto. Si precisa che, per le domande aventi a oggetto sospensioni giornaliere dell’attività lavorativa per intemperie stagionali o altre cause non imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori, la potestà decisoria permane, invece, in capo all’apposita Commissione provinciale prevista; anche la relativa erogazione avviene secondo le consuete modalità.

 

Modalità di esposizione nel flusso UniEmens/Posagri
 

Come chiarito, il trattamento di CISOA con causale “CISOA eventi atmosferici a riduzione” presuppone una diminuzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente stabilito.

Al fine di comunicare correttamente la prestazione parzialmente lavorata, il datore di lavoro deve compilare il flusso UniEmens/Posagri valorizzando in corrispondenza delle giornate interessate dall’evento il campo <DenunciaAgriIndividuale>/<DatiAgriRetribuzione>/<PartTimeGOR> contenente i seguenti elementi: <CodicePartTime-GOR>: 7 (indicante le giornate a orario ridotto); <OrePartTimeGOR> indicante le ore effettivamente lavorate; <DichGOR> flag con valore “S”.

Per le prestazioni di CISOA con causale “eventi atmosferici” riferite a sospensione dell’attività lavorativa per l’intera giornata, permangono le consuete modalità di compilazione del flusso UniEmens/Posagri.

 

Datori di lavoro appartenenti ai settori edile, lapideo e dell’escavazione
 

Il comma 2 dell’articolo 2-bis del D.L.n. 63/2024 prevede che anche i datori di lavoro appartenenti ai settori edile, lapideo e delle escavazioni per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2024, determinati da eventi oggettivamente non evitabili (EONE), possono accedere alla CIGO senza che i suddetti periodi rientrino nel limite massimo di durata dei trattamenti, fissato in 52 settimane nel biennio mobile dall’articolo 12 del medesimo decreto legislativo. Sempre il comma 2 del citato articolo stabilisce che, per le richieste di trattamenti di integrazione salariale di cui trattasi, i datori di lavoro non sono tenuti al versamento del contributo addizionale. 

I periodi di integrazione salariale di cui trattasi rilevano ai fini della determinazione della misura del contributo addizionale ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 148/2015 qualora sia dovuto per eventuali ulteriori periodi di integrazione salariali fruiti nel quinquennio mobile.

 Ai fini della presentazione delle domande di integrazione salariale ordinaria per i periodi oggetto di neutralizzazione illustrati ai paragrafi precedenti, i datori di lavoro appartenenti ai settori edile, lapideo e delle escavazioni continueranno ad attenersi alle consuete modalità.

 

Modalità di esposizione del conguaglio

 

Per quanto attiene alla compilazione dei flussi UniEmens, per le prestazioni che eccedono i limiti di fruizione delle 52 settimane, successivamente all’autorizzazione, per il conguaglio delle prestazioni anticipate, i datori di lavoro, all’interno dell’elemento presente in <CongCIGOAltCaus>, presente in <DenunciaAziendale>/<ConguagliCIG>/<CIGAutorizzata>/<CIGOrd>/<CongCIGOACredito>/<CongCIGOAltre>, valorizzeranno il codice di nuova istituzione “L147”, avente il significato di “Conguaglio CIGO art.2 – bis – DL 63/24”. Per i periodi di integrazione salariale fruiti entro il limite delle 52 settimane, i datori di lavoro utilizzeranno il codice di conguaglio già in uso “L038” (cfr. circolare n. 9/2017).

In caso di cessazione di attività, il datore di lavoro potrà effettuare il conguaglio della prestazione erogata tramite flusso UniEmens di regolarizzazione riferito all’ultimo mese di attività e, comunque, entro i termini di decadenza delle autorizzazioni. 

Per quanto attiene alla compilazione dei flussi UNICIG, i datori di lavoro dovranno attenersi alle consuete modalità previste per la trasmissione dei dati necessari al pagamento diretto ai lavoratori dei trattamenti di integrazione salariale.